It’s not about sneakers

Apre a Marghera (Venezia) l’innovativo spazio culturale di Golden Goose, l’hub che unisce creativi di diverse discipline e settori.
Oggi, per comprendere il mondo dell’arte contemporanea è necessario distaccarsi dall’idea che solo le gallerie, i musei e le fondazioni siano gli unici enti a promuovere la produzione artistica e la realizzazione di mostre. La complessità del nostro presente impone una riflessione più profonda e impegnativa, che ci porta in luoghi dove il pubblico generalista non è abituato a trovare opere d’arte, performance o esposizioni temporanee.
Se non vogliamo essere vittime di ragionamenti anacronistici e superficiali, è necessario essere curiosi e non limitarsi più a visitare i templi sacri del sapere, ma spingersi anche in luoghi più periferici, reali (e quindi più stimolanti), senza il timore di imbatterci in opere d'arte di qualità inferiore a quelle tradizionalmente riconosciute. Grazie all’intelligenza e al coraggio di imprenditori e direttori artistici visionari, oggi assistiamo a processi di ibridazione tra contesti diversi che generano progetti e collaborazioni capaci di ridefinire i confini della creatività e dell'espressione artistica. Queste combinazioni interdisciplinari aprono le porte a una nuova era dell’espressione artistica, in cui l'arte non è più solo un'ispirazione, ma diventa parte integrante della narrazione della nostra contemporaneità.
Questo è quanto accaduto poco più di un mese fa, nei pressi di Venezia. Golden Goose, il noto brand di fama mondiale, celebre per le sue iconiche scarpe con la stellina, ha deciso di affidare ad artisti contemporanei l'inaugurazione del suo nuovo hub creativo: HAUS of Dreamers.
«Back to our roots, back to our DNA» recita la caption di un Reel sull’account Instagram ufficiale del brand. “Ripartire dalle proprie radici”: è necessario tornare a quei luoghi in cui tutto è iniziato, Venezia, o meglio Marghera, la zona industriale della Serenissima. È lì che, tra fabbriche, officine e navi in costruzione, Golden Goose è stata fondata 24 anni fa da Alessandro Gallo e da Francesca Rinaldo. Oggi, in quegli stessi spazi, nasce anche "la casa dei sognatori", un hub dedicato alla creatività, alla ricerca, alla sperimentazione e al "contagio". Ibridare mondi diversi e superare i confini interdisciplinari di ambiti apparentemente opposti sono i titoli del manifesto ideale che questa azienda vuole mostrare al mondo intero.

Ma perché affidare ad artisti contemporanei il lancio di questo progetto? Durante i giorni di apertura della Biennale d’Arte 2024, Golden Goose ha chiamato artisti provenienti da diversi ambiti per celebrare la sua HAUS of Dreamers. Questo spazio incarna i valori fondamentali di Golden – artigianato, cultura e arte – e ciò è evidente anche dalla conformazione architettonica di quel luogo. All'interno, troviamo un’Academy, una Manovia (che prende il nome dalla macchina usata nel settore calzaturiero), un Archive, una Library, un Playground (l’auditorium) e un Hangar (l’area espositiva), delineando una piattaforma culturale globale per stimolare la creatività e fornire una nuova casa alla community del brand, definita "Dreamers".
Per celebrare l'apertura di HAUS, Golden Goose ha riunito quattro artisti poliedrici provenienti da diverse discipline. L’artista visivo argentino Andrés Reisinger ha ridisegnato la struttura originale della prima sede del brand con i suoi immancabili drappi rosa, evocando le tende che separano la platea e le quinte di un teatro. Una sorta di invito a svelare il mistero che si cela dietro la storia di questo marchio. Durante l’opening, all’esterno, lo scultore italiano Fabio Viale ha trasformato delle colonne di marmo in tipiche briccole veneziane (i pali di legno utilizzati a Venezia per indicare le rotte e i canali navigabili). Queste sculture sono state poi incendiate di fronte al pubblico, così da riflettere sulla fragilità e i rischi che corre la città di Venezia. All'interno, nell'Academy, chi desiderava poteva partecipare alla live-performance della pittrice franco-italiana Maïa Régis, impegnata nella realizzazione di grandi tele colorate attraverso la tecnica della serigrafia. Attraverso questa pratica, l’artista ha evidenziato il contrasto con le opere "prodotte in serie" tipiche delle aree industriali, sottolineando l’unicità di ogni pezzo realizzato a mano. Infine, nell’Auditorium, gli ospiti hanno vissuto un momento unico con la giovane cantante Mia Lailani. La sua esibizione è stata amplificata da beat sperimentali e visual ipnotici, riempiendo HAUS di suoni, storie e sogni.

Non è la prima volta che questo brand decide di collaborare con artisti contemporanei; lo aveva già fatto anche in passato, dando vita a progetti innovativi. La visione imprenditoriale di Golden Goose sembra mirare a considerare gli influssi del mondo dell'arte come iniezioni vitali per la loro innovazione aziendale. E se a farlo è un brand che ha chiuso il 2023 con ricavi netti per 587 milioni di euro, in crescita del +18% rispetto all'anno precedente (dati de Il Sole 24 Ore), forse c'è da fidarsi. Collaborazioni di questo tipo non possono, né devono essere considerate delle semplici operazioni di marketing, ma veri e propri progetti culturali che mirano a esplorare nuove frontiere dell'espressione creativa.
Attraverso progetti come HAUS of Dreamers, Golden Goose dimostra un impegno costante nel sostenere artisti contemporanei e nel promuovere un ambiente in cui l'arte e la moda possano coesistere e arricchirsi reciprocamente. Questo approccio integrato non solo arricchisce il patrimonio creativo del brand, ma contribuisce anche a una conversazione culturale più ampia, portando a risultati che possono essere sorprendenti, stimolanti e profondamente influenti. In un'epoca in cui la cultura visiva gioca un ruolo sempre più cruciale, queste collaborazioni dimostrano come l’arte contemporanea possa offrire nuove prospettive d’azione.

Alessio Vigni, nato nel 1994. Progetta, cura, scrive e si occupa di arte e cultura contemporanea.


Collabora con importanti musei, fiere d'arte, organizzazioni artistiche ed è consulente esterno della Fondazione Imago Mundi (Treviso). Come curatore indipendente, lavora principalmente con artisti emergenti. Recentemente ha curato SNITCH Vol.2 (Verona, 2024), Dialoghi empatici (Milano, 2024) e la mostra SNITCH (Bologna, 2023). La sua pratica curatoriale indaga il rapporto tra il corpo umano e le relazioni sociali dell'uomo contemporaneo.


Scrive per diverse riviste specializzate ed è autore di cataloghi d'arte e podcast. Per Psicografici Editore è coautore di SNITCH. Dentro la trappola (Roma, 2023). Dal 2024 è membro dell'Advisory Board di (un)fair.

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