L’arte come riscatto: i ritratti di Matthew Imuetiyan Eguavoen
Matthew Imuetiyan Eguavoen non è solo un pittore: è un narratore, un interprete della condizione umana e un attivista che usa la sua arte per influenzare la realtà. Le sue opere, già presenti in collezioni in tutto il mondo, guadagnano rilevanza per la loro capacità di raccontare storie dimenticate o fraintese, offrendo uno sguardo diretto su una Nigeria che lotta, spera e resiste.
Nato nel 1988 nello Stato di Edo, Nigeria, Matthew è un artista che riesce a far dialogare il suo percorso personale con le profonde ferite della Nigeria e dell’Africa e rappresenta una voce vibrante nel panorama dell’arte contemporanea africana. Senza una formazione accademica canonica, ha scoperto l'arte come mezzo per esprimere e comprendere sé stesso solo nel 2018. Ma è stato nel 2020, in piena pandemia e in una fase di crisi esistenziale, che ha capito il potenziale della pittura: un rifugio, un mezzo per interpretare il mondo che lo circondava.
Per Eguavoen la pittura non è solo un esercizio estetico o formale, ma è una lente utile a esplorare la condizione umana. Le sue opere, infatti, affrontano temi come la rappresentazione errata delle popolazioni africane a livello globale, la corruzione politica e lo stigma sulla salute mentale, sfidando gli stereotipi che avvolgono il suo paese d’origine. La salute mentale è infatti un tema molto caro all’artista, perché come lui stesso spiega, la depressione è spesso ignorata o mal compresa in Africa, e le sue opere cercano di aprire uno spazio di dialogo, rompendo il silenzio che avvolge questo argomento.
Il suo scopo dunque, come lui stesso ha dichiarato più volte, è quello di correggere le narrazioni distorte che hanno portato l’Africa ad essere fraintesa e travisata per tanto tempo e di portare alla luce temi sociali urgenti, dipingendo ritratti che restituiscono dignità alle persone comuni e che offrono una visione più autentica delle loro esperienze.
Ritratti che sono magnetici, che rapiscono lo spettatore e chiedono di essere guardati e ascoltati. Le sue figure comunicano con una profondità emotiva che trascende la loro rappresentazione formale. Gli sguardi intensi dei soggetti, caratterizzati da occhi scuri e penetranti, catturano lo spettatore e lo invitano a interrogarsi sulle esperienze che essi incarnano. La pelle ruvida che avvolge i protagonisti delle sue opere è un chiaro riferimento alla durezza della vita quotidiana in Nigeria, a una realtà segnata da deprivazioni economiche e pressioni sociali.
L’aspetto forse più distintivo di Matthew, però, è che pur riconoscendo l’importanza del mercato artistico, non è interessato a creare opere per soddisfare la domanda commerciale. La sua vera ambizione è quella di produrre arte che rimanga rilevante nel tempo e che continui a sollevare interrogativi profondi anche dopo anni dalla sua creazione. E questo è ciò che lo caratterizza come artista: la sua dedizione a un impatto duraturo, capace di trasformare la percezione del pubblico sulla sua realtà e quella della sua comunità.
Eguavoen, dunque, non teme di essere un outsider nel mondo dell'arte. La sua è una ricerca autentica, una lotta per mantenere la propria integrità creativa in un mondo che spesso richiede conformità. Come suggerisce ai giovani artisti, il segreto del successo è abbandonare il desiderio di compiacere gli altri e dedicarsi alla creazione di opere che riflettano la propria verità interiore.
Alessia Fraioli è una content creator e divulgatrice di arte contemporanea. Attraverso i suoi canali social aiuta gli artisti, le mostre e gli eventi a ottenere visibilità, aiutando il suo pubblico a sviluppare un pensiero critico. La sua comunicazione è estremamente coinvolgente e diretta, in grado di interessare un pubblico ampio, anche chi generalmente non è interessato all'arte, tanto meno a quella contemporanea.
