Perché sempre più artisti creano i propri spazi espositivi?

Tra storia, sperimentazione e autodeterminazione: come nuovi luoghi d’arte sfidano i circuiti ufficiali e coinvolgono pubblici inaspettati.

18.06.25

Perché sempre più artisti creano i propri spazi espositivi? Con liste d’attesa sempre più lunghe, prezzi in costante aumento e processi di candidatura sempre più complessi, molti artisti stanno abbandonando le opportunità tradizionali offerte dalle gallerie per creare i propri spazi espositivi. Non si tratta di una “resa”, tutt’altro: questi innovativi spazi autogestiti non sono certo un premio di consolazione. Rappresentano un’alternativa che offre vantaggi che i luoghi istituzionali non riescono a garantire: costi più bassi, meno burocrazia e la possibilità di esporre anche al di fuori delle grandi capitali dell’arte (dove spesso si concentrano risorse e opportunità).

Il fatto che gli artisti si costruiscano i propri spazi espositivi non è certo una novità. Stanchi dei continui rifiuti da parte dei Salon ufficiali di Parigi, nel 1873 gli Impressionisti fondarono la Société anonyme des artistes peintres, sculpteurs, graveurs, etc. per esporre in autonomia i propri lavori. 120 anni dopo, due giovani diplomate e future icone della scena Young British Artists, Tracey Emin e Sarah Lucas, aprirono The Shop in un ex studio medico a Bethnal Green, esponendo e vendendo le loro opere e ospitando feste sfrenate. Gli artisti sono tenaci innovatori. A volte bisogna semplicemente arrangiarsi.

Beth Evans, Wheelie Bin Gallery fuori dalla sua casa nell’Essex, Inghilterra Beth Evans, Wheelie Bin Gallery fuori dalla sua casa nell’Essex, Inghilterra

Per capire meglio perché oggi tanti artisti adottano un approccio DIY alle mostre, ho parlato con i fondatori di due nuovi spazi nel Regno Unito: Ellen Gillett e Kane Applegate della Niche Gallery di Southampton, e Beth Evans, creatrice della Wheelie Bin Gallery fuori dalla sua casa nell’Essex.

La Niche Gallery è gestita dallo ZEST Collective, un gruppo di 22 artisti attivi nel sud dell’Inghilterra, fondato nel 2020. Il collettivo ha sede nella Tower House, un edificio medievale classificato di interesse storico, risalente a 600 anni fa, situato nella città vecchia di Southampton. Ma è stato da una vetrina inutilizzata, affacciata su una strada trafficata, che il gruppo ha visto l’opportunità di creare qualcosa di davvero contemporaneo. Applegate ha ampliato la vetrata, utilizzando materiali riciclati per costruire uno spazio espositivo profondo e dalla forma irregolare, con una “prospettiva confusa” che si adatta perfettamente alle installazioni concettuali del collettivo. Lo scultore ha deciso di mantenere le vecchie tende verticali in plastica bianca, presenti da decenni, usandole come “modo divertente per svelare le opere durante le inaugurazioni”.

Beth Evans, Wheelie Bin Gallery fuori dalla sua casa nell’Essex, Inghilterra Beth Evans, Wheelie Bin Gallery fuori dalla sua casa nell’Essex, Inghilterra

Anche Beth Evans, pittrice di ritratti di animali domestici e di “arte da scontrino”, ha scelto il riuso per il suo spazio espositivo: ha trasformato un bidone nero della spazzatura ritagliando un’apertura frontale coperta in Plexiglas e dipingendo l’interno di bianco, a richiamo delle classiche gallerie “white cube”. Ha perfino aggiunto delle figurine Lego per creare un contesto narrativo. La sua galleria è stata ispirata da Sunday Nobody, artista multidisciplinare e “meme artist” di Seattle molto seguito sui social, che nel novembre 2024 ha trasformato un cassonetto in una galleria d’arte segreta, riempiendolo di sculture di procioni in trench che osservano miniature appese alle pareti simulate di una galleria.

Esporre in gallerie tradizionali senza essere rappresentati può avere un costo per gli artisti, sia in termini di affitto che di tasse di iscrizione. Ma non si tratta solo di una questione economica. Crearsi un proprio spazio espositivo non fa risparmiare solo denaro, ma anche tempo. “Niche ci permette di organizzare mostre visibili al pubblico in qualsiasi momento”, spiega Gillett, artista visiva e curatrice indipendente, co-direttrice del collettivo. “Non abbiamo le risorse per gestire o sorvegliare uno spazio interno per periodi lunghi, quindi le nostre mostre tendono a durare una sola notte o un weekend”. “Permetterà ai membri di realizzare mostre personali, un traguardo difficile da raggiungere altrove senza pagare cifre elevate o affrontare processi di selezione complessi e non retribuiti.”

Beth Evans, Wheelie Bin Gallery fuori dalla sua casa nell’Essex, Inghilterra Beth Evans, Wheelie Bin Gallery fuori dalla sua casa nell’Essex, Inghilterra

Processi complicati e lunghi sono solo uno dei “molti ostacoli” che Gillett denuncia, ostacoli che spesso portano a far emergere “solo un certo tipo di opere” nei contesti più istituzionali. “Parte del lavoro di un artista è mettere in discussione le strutture esistenti, quindi ha senso, sia dal punto di vista pratico che politico, che gli artisti si autogestiscano e mostrino le loro opere secondo le proprie regole.”

Evans paragona questa riconquista dello spazio fisico ai vantaggi offerti dai social, che “hanno restituito molto controllo agli artisti”. “Possiamo decidere come vogliamo che il nostro lavoro venga percepito. È fondamentale poter condividere le proprie opere in modi personali – raccontiamo la nostra storia, affinché il pubblico si connetta per i motivi giusti.”

Sia la Niche Gallery che la Wheelie Bin Gallery si trovano in posizioni ideali per raggiungere nuovi pubblici. Molte gallerie fisiche credono che la gratuità d’ingresso equivalga ad accessibilità, dimenticando che molti visitatori percepiscono l’arte come elitista, riservata solo ai più istruiti. Offrendo spazi visibili dai marciapiedi, aperti 24 ore su 24 e senza barriere d’ingresso, sia ZEST che Evans danno al pubblico l’opportunità reale di incontrare l’arte senza doversi sentire fuori posto. “Ho voluto creare un modo non convenzionale per esporre le mie opere e, si spera, portare un po’ di gioia a chi passa di lì. Mi ha dato l’opportunità di condividere la mia arte nel mondo reale,” racconta Evans. “È stato semplicemente un modo divertente per mostrarla a chi normalmente non avrebbe occasione di vederla!”

Zest Collective, Niche Gallery Logo, Southampton, UK Zest Collective, Niche Gallery Logo, Southampton, UK

Costruendo i propri spazi, questi artisti stanno riconquistando libertà creative che, secondo Gillett, vengono spesso soffocate dai canali espositivi convenzionali. “Esporre in galleria comporta molte regole e restrizioni, mentre in Niche gli artisti possono fare praticamente tutto ciò che vogliono. Anche il prestigio delle sedi tradizionali limita la creatività: se hai l’opportunità di esporre in un luogo ‘importante’ ti senti costretto a fare il ‘tuo lavoro migliore’, e questo può soffocare l’istinto creativo, portarti a preoccuparti eccessivamente del giudizio altrui o della coerenza stilistica.” Dandosi spazio per mostrare anche lavori sperimentali o non ancora pienamente maturi, Niche permette agli artisti di ZEST di seguire l’istinto creativo senza preoccuparsi dell’approvazione esterna.

In un paese dove l’economia non promette svolte positive, le grandi catene di gallerie sembrano destinate a mantenere il controllo del panorama artistico, e i fondi pubblici per l’arte sono sempre più ridotti, è probabile che sempre più artisti scelgano di gestire direttamente le proprie mostre. Fortunatamente, sembra che ne trarranno beneficio le loro finanze, il loro equilibrio tra vita e lavoro, e la vitalità stessa della loro pratica artistica.

Immagine di copertina: Niche Gallery, Zest Collective, Southampton, Inghilterra.

Verity Babbs è una storica dell'arte, presentatrice e comica del Regno Unito. Dirige le serate comiche a tema artistico “Art Laughs”, che si svolgono regolarmente alla National Gallery di Londra, ed è apparsa su BBC Radio 4 e BBC News. Ha scritto per diverse pubblicazioni artistiche, tra cui il Guardian, RA Magazine, Hyperallergic e Artnet News, e ha lavorato come presentatrice per la Tate, la London Art Fair e la galleria Elizabeth Xi Bauer.

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