Trasporto pubblico e arte contemporanea. L’opera di Esther Stocker

La mattina di lunedì 4 luglio, i pendolari, gli impiegati e i turisti che sono scesi alla fermata Vittorio Emanuele della metro A di Roma (quella arancione, per intendersi) si sono ritrovati dentro un’opera d’arte.


Oltre 8000 metri di nastro adesivo nero, su sfondo bianco, hanno ricoperto pareti, soffitto, pilastri e dispositivi di accesso secondo un fitto sistema di linee ortogonali e una serie di elementi geometrici ancorati al soffitto e disposti a terra lungo le navate laterali di questa cattedrale metropolitana. Si tratta dell’opera site specific "Prospettiva comune" (2024) dell’artista altoatesina Esther Stocker, che per l’occasione ha completamente trasformato il grande atrio della stazione metropolitana. Quale miglior posto se non la rete di trasporti pubblici di Roma che ogni giorno accoglie più di 350 mila persone.


Il progetto è il frutto della collaborazione tra il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo e ATAC, l’azienda pubblica per la mobilità di Roma Capitale, in occasione della riapertura della stazione e nell’ambito della grande mostra "Ambienti 1956- 2010. Environments by women artists II" - a cura di Andrea Lissoni, Marina Pugliese e Francesco Stocchi- in corso al MAXXI fino al 20 ottobre 2024. Una collettiva che mette in luce il contributo fondamentale delle donne alla storia di una delle forme di espressione artistica forse ad oggi meno indagate: gli ambienti. Al confine tra arte, architettura e design, sono opere tridimensionali e immersive, che si attivano grazie all’interazione del pubblico e vengono completate dalla presenza umana.

Esther Stocker. "Prospettiva comune" , 2024, Nastro nero, pellicola bianca. Courtesy MAXXI e ATAC Esther Stocker. "Prospettiva comune" , 2024, Nastro nero, pellicola bianca. Courtesy MAXXI e ATAC

Proprio da questi presupposti nasce la sinergia tra MAXXI e ATAC, per portare un progetto artistico anche fuori da un museo. Tuttavia questa tipologia di collaborazioni non è nuova ad ATAC, che lo scorso maggio ha trasformato i vagoni di un treno della Metro A in uno spazio espositivo itinerante attraverso il progetto "Mind The Earth". L’obiettivo è stato quello di rendere accessibile a tutti opere d’arte in grado di sensibilizzare sul grande tema del cambiamento climatico, delle politiche sulla sostenibilità e degli obiettivi dell’Agenda 2030.


Ovviamente, però, parlando di opere d’arte e metropolitane, ci vengono subito in mente le quindici fermate delle Stazioni dell’Arte di Napoli, in particolare il Crater de Luz dell’architetto spagnolo Óscar Tusquets, che da anni affascina turisti e cittadini napoletani a ogni passaggio. 


Quella di Roma si inserisce in un contesto molto interessante di collaborazione tra le aziende pubbliche del trasporto urbano e le realtà culturali importanti. Leggendo le parole del direttore generale di ATAC, sembra che questo nuovo progetto sia in linea con il cammino che l’azienda ha intrapreso per trasformare i luoghi del trasporto pubblico in spazi aperti agli stimoli collettivi, attraverso l’uso del linguaggio dell’alta cultura. 


Noi di Spaghetti Boost reputiamo estremamente interessante che l’arte esca dagli spazi canonici in cui siamo soliti trovarla e raggiunga luoghi o realtà che rappresentano nuovi settori.


Portare l’arte nel mondo del trasporto pubblico è un modo intelligente non solo per arricchire l’esperienza del viaggio, ma anche per trasformare la concezione che si ha dell’arte contemporanea. Progetti come questi permettono alle opere d’arte di avvicinare un pubblico più ampio, compresi quegli individui che sono intimoriti o disinteressati dai tradizionali luoghi della cultura.  


Sono collaborazioni win-win dove tutti gli enti coinvolti ne escono con enormi benefici. Uno dei casi più emblematici è sicuramente quello della metropolitana di Napoli che, come abbiamo già menzionato, rappresenta uno dei progetti meglio riusciti in quest’ottica. Secondo la sintesi del rapporto di valutazione del 2022 del progetto “Metropolitana di Napoli, Linea 1” si è registrato un aumento notevole dei passeggeri del 1200% dall’apertura nel 1993 ad oggi, con un numero annuale di passeggeri arrivato a 41 milioni nel 2019. Questo incremento è stato particolarmente significativo dopo l’avvio del progetto Stazioni dell’Arte, che è stato inserito in un contesto di miglioramento generale delle infrastrutture e dei servizi offerti.  

Metropolitana di Toledo, Napoli

Metropolitana di Toledo, Napoli

Metropolitana di Toledo, Napoli

Metropolitana di Toledo, Napoli

Metropolitana di Shanghai, esibizione de Il Museo Prado di Madrid

Metropolitana di Shanghai, esibizione de Il Museo Prado di Madrid

Casi come quello di Napoli evidenziano come progetti artistico-culturali di questo tipo, in contesti urbani comuni, possano non solo migliorare l'estetica degli spazi coinvolti, ma anche favorire la riappropriazione di una serie di servizi quotidiani, generando impatti positivi sull’economia locale.


Se si considerano le grandi collaborazioni tra realtà museali e aziende del servizio pubblico, non si può non citare quella tra la rete metropolitana più grande al mondo, quella di Shanghai e uno dei musei più celebri di tutti i tempi, Il Museo del Prado di Madrid. Nel 2022, con i suoi 8 milioni di passeggeri al mondo, la rete di trasporti cinese, si è trasformata in un’enorme Galleria d’arte, accessibile a tutti gli utenti quotidiani. Riproduzioni fedeli delle 29 opere più celebri del museo spagnolo hanno trasformato lo spazio e avvicinato due luoghi culturalmente e geograficamente distanti. 


Per completezza, dovremmo citare anche le iniziative a Londra e in Nord America, progetti che rafforzano la nostra tesi iniziale sull'inserimento dell'arte in contesti apparentemente distanti dal panorama culturale, promuovendo una percezione positiva della città a livello globale.

Esther Stocker. "Prospettiva comune" , 2024, Nastro nero, pellicola bianca. Courtesy MAXXI e ATAC Esther Stocker. "Prospettiva comune" , 2024, Nastro nero, pellicola bianca. Courtesy MAXXI e ATAC

Tornando alla collaborazione con cui si apre questo articolo, si comprende come questa tipologia di progetti - in questo caso tra MAXXI e ATAC - diventi un modo per portare l’arte del XXI secolo nel cuore della capitale, mettendola in contatto con migliaia di cittadini romani e turisti. Un ulteriore caso che rivela un trend in crescita, dove istituzioni e aziende scelgono sempre di più musei o spazi espositivi importanti come partner per progetti innovativi.


L’arte contemporanea cambia notevolmente, giorno dopo giorno, e alcuni segnali (ormai sempre più frequenti) ci mostrano un mondo della cultura sempre più orientato verso nuove forme di ibridazione, raggiungendo luoghi apparentemente estranei, ma significativi per la nostra quotidianità. Le collaborazioni diventano la via principale, forse l’unica, per chi vuole vivere di arte oggi, dimostrando come si stia lentamente abbandonando qull’idea di sacralità che nel passato ha relegato l’arte a qualcosa di elitario e destinato a un pubblico ristretto.


Oggi, i cittadini romani oltre a lamentarsi di possibili debolezze del sistema metropolitano della capitale, potranno camminare e interagire con l’opera d’arte di una grande artista del nostro presente.

Immagine di copertina: Esther Stocker. "Prospettiva comune" , 2024, Nastro nero, pellicola bianca. Courtesy MAXXI e ATAC

Alessio Vigni, nato nel 1994. Progetta, cura, scrive e si occupa di arte e cultura contemporanea.


Collabora con importanti musei, fiere d'arte, organizzazioni artistiche ed è consulente esterno della Fondazione Imago Mundi (Treviso). Come curatore indipendente, lavora principalmente con artisti emergenti. Recentemente ha curato SNITCH Vol.2 (Verona, 2024), Dialoghi empatici (Milano, 2024) e la mostra SNITCH (Bologna, 2023). La sua pratica curatoriale indaga il rapporto tra il corpo umano e le relazioni sociali dell'uomo contemporaneo.


Scrive per diverse riviste specializzate ed è autore di cataloghi d'arte e podcast. Per Psicografici Editore è coautore di SNITCH. Dentro la trappola (Roma, 2023). Dal 2024 è membro dell'Advisory Board di (un)fair.

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