Cosa serve per essere un gallerista di successo a Seoul?

Intervista con Yeajin Lee, direttrice di Seojung Art (Seoul e Busan, Corea del Sud)

08.11.24


Yeajin Lee è alla guida di Seojung Art, una galleria in rapida espansione che punta a diventare un centro culturale di riferimento a Seoul. Il suo obiettivo è quello di sostenere la visibilità internazionale degli artisti della galleria e favorire una maggiore comprensione della scena artistica sudcoreana in Occidente, partecipando attivamente alle fiere d'arte. Oggi, Seoul vanta un mercato artistico giovane e dinamico, arricchito da cambiamenti positivi di cui parleremo qui di seguito.


Yeajin Lee, direttrice di Seojung Art Gallery Yeajin Lee, direttrice di Seojung Art Gallery


Nina: Come gallerista di successo in Corea del Sud, pensi che l'attuale sistema commerciale dell'arte stia funzionando? Con "sistema" mi riferisco alla rete interconnessa di relazioni tra artisti, gallerie e collezionisti, costruita attraverso fiere d'arte, eventi e mostre private, e finalizzata alla collezione di arte contemporanea.


Yeajin: La scena artistica sudcoreana è cresciuta notevolmente rispetto al passato. Oggi c'è un ecosistema solido che collega gallerie, collezionisti, fiere d'arte e musei. Il panorama è cambiato radicalmente con l'inaugurazione di Frieze Seoul nel 2022, evento che ha portato un'ondata di attenzione internazionale, attirando collezionisti da tutto il mondo. Questo ha stimolato gallerie e artisti locali a concentrarsi maggiormente sulla promozione dell'arte coreana su un palcoscenico globale, con effetti positivi sia a livello locale che internazionale. Il cambiamento sembra organico, evolvendosi naturalmente insieme all'arrivo di Frieze. Prima, la Corea ospitava solo fiere locali come KIAF e Art Busan, ma Frieze Seoul ha introdotto nuovi elementi e un pubblico internazionale nella scena artistica coreana.

Ora sono nate nuove fiere d'arte internazionali come la Daegu Art Fair, la Gwangju Art Fair e la Preview Art Fair. Dopo l'arrivo di Frieze, i coreani hanno iniziato a riflettere su come presentare e valorizzare la propria cultura a livello globale. Molte gallerie internazionali stanno aprendo filiali a Seoul, e ora contiamo circa 20 grandi gallerie nella città. L'ecosistema artistico coreano ha avuto un'evoluzione positiva, ma resta difficile per una galleria o un artista sopravvivere esclusivamente operando in Corea o a Seoul: la competizione internazionale è inevitabile.

"Un certain regard", Kisho Kakutani, Minhye Choi Duo Exhibition July 27 - August 25, 2024   SEOJUNG ART Busan "Un certain regard", Kisho Kakutani, Minhye Choi Duo Exhibition July 27 - August 25, 2024 SEOJUNG ART Busan

L'anno prossimo apriremo un nuovo edificio nell'area di Samcheong-dong, dove si concentrano le principali gallerie, comprese quelle internazionali. Stiamo progettando di espanderci non solo in Corea, ma anche a livello globale, seguendo le tendenze internazionali, con l'obiettivo di attirare persone, gallerie, collezionisti e artisti da tutto il mondo.


Nina: È un'opinione condivisa, almeno tra i galleristi newyorkesi, che ci siano molti più artisti e gallerie che collezionisti in grado di sostenerli. Sei d'accordo? E se sì, come pensi che si possa affrontare questa sovrasaturazione o modificare l'organizzazione attuale?


Yeajin: A Seoul ci sono più artisti e gallerie che collezionisti, per questo motivo mi impegno a scoprire nuovi collezionisti e a farli diventare acquirenti costanti.


Inoltre, il governo sta lavorando attivamente per sostenere le gallerie d'arte, aumentando i fondi destinati all'arte e alla cultura. Sebbene questi sforzi siano promettenti, sono ancora in fase di sviluppo e non completamente efficaci. Ad esempio, l'anno prossimo, quando parteciperemo a una fiera d'arte internazionale, avremo diritto a una sovvenzione governativa. Questo tipo di sostegno è diventato più accessibile dopo l'arrivo di Frieze Seoul.


La sovrasaturazione del mercato non è ancora un problema significativo, ma molti artisti che potrebbero ottenere un successo internazionale sono già rappresentati da altre gallerie. Questo crea delle difficoltà, poiché la mia galleria a volte fatica a garantirsi nuovi artisti che non siano già sotto contratto con altre gallerie.


“합(合):CONFLUENCE” Jungwon Phee October 27 - December 9, 2022 SEOJUNG ART Seoul “합(合):CONFLUENCE” Jungwon Phee October 27 - December 9, 2022 SEOJUNG ART Seoul

Nina: Cosa cercano i nuovi collezionisti nei paesi asiatici? Pensi che le loro preferenze siano drasticamente diverse da quelle dei collezionisti occidentali?


Yeajin: I collezionisti coreani sono sempre più alla ricerca di artisti con un potenziale internazionale, preferendo investire in chi ha la possibilità di lasciare un'impronta globale. Quando visito altri Paesi della regione, noto che la scena artistica tende a concentrarsi maggiormente sul sostegno agli artisti locali e sulla promozione del patrimonio culturale. Al contrario, in Corea c'è un forte desiderio di condividere e promuovere la cultura coreana all'estero, così come di portare nuovi nomi sulla scena internazionale.


In Corea, gli artisti che operano esclusivamente a livello nazionale o che risiedono solo a Seoul potrebbero non attirare molto interesse. Le preferenze dei collezionisti sono molto varie, spaziando dai ritratti ai paesaggi, dalle opere astratte a quelle figurative, con prezzi che solitamente vanno dai 10.000 ai 20.000 dollari.


“Mellow Island” Simon Ko March 15 – April 21, 2024 SEOJUNG ART Seoul “Mellow Island” Simon Ko March 15 – April 21, 2024 SEOJUNG ART Seoul



Immagine di copertina: “Sitcom 〈The Corn〉 E01. Corn Sweet Corn” Nanan Kang September 3 - October 2, 2022 SEOJUNG ART Seoul

Nina Chkareuli-Mdivani è una curatrice, scrittrice e ricercatrice indipendente di origine georgiana e residente a New York. È autrice di King is Female (2018), la prima pubblicazione che indaga le questioni dell'identità di genere nel contesto della trasformazione storica, sociale e culturale dell'Europa orientale negli ultimi due decenni. Nel corso della sua carriera ha tenuto conferenze in tutto il mondo e pubblicato numerosi articoli per riviste come E-flux, Hyperallergic, Flash Art International, Artforum, MoMa.post, The Arts Newspaper e molte altre. 


La sua ricerca si addentra nell'intersezione tra storia dell'arte, museologia e studi sulla decolonizzazione, con particolare attenzione all'arte totalitaria e alla teoria del trauma, temi che ha esplorato anche nelle oltre dieci mostre che ha curato a New York, in Germania, Lettonia e Georgia.

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