APPUNTI PER UNA GUERRIGLIA

La nuova teoria di Luca Rossi: perché gli artisti devono avviare una 'guerriglia' per riconquistare i mezzi di produzione

10.04.25

Quella che segue è la teoria più intelligente che sentirete oggi e sicuramente qualcosa che rimarrà nella storia dell'arte. Per citare l'articolo con cui Germano Celant teorizzò l'Arte Povera, potremo chiamare anche questo pezzo "Appunti per una Guerriglia". La questione è POLITICA, perché l'arte contemporanea potrebbe essere una palestra e un laboratorio per sperimentare e allenare la nostra capacità di vedere, ossia "sentire", riposizionare valori e bisogni, e quindi fare scelte diverse nel nostro privato fino alla dimensione pubblica. A partire dagli anni '90 la critica d'arte e qualsiasi confronto critico muoiono, come a dire che muore quel motore fondamentale per fare "Ricerca e Sviluppo" e perseguire la Qualità nell'arte contemporanea. Il critico d'arte diventa curatore, manager della propria carriera, tutti devono mantenere buoni rapporti con tutti per favorire e aiutare un mercato sempre più forte e preponderante. La totale assenza di confronto critico e l'impossibilità di creare scale valoriali, fanno sì che le opere d'arte che noi vediamo in fiere, mostre e biennali, siano fatte di una MATERIA fatta di "LUOGHI" e "PUBBLICHE RELAZIONI".

"Pizzini", azione realizzata da Luca Rossi presso il Museo MAMbo di Bologna, 2025. "Pizzini", azione realizzata da Luca Rossi presso il Museo MAMbo di Bologna, 2025.

In altre parole, noi vediamo l'opera comparire quando questa si trova nei luoghi giusti e sostenuta dalle persone giuste. Questo accade perché nessuno argomenta luci e ombre dell'opera d'arte, e in particolare quale sia il valore dell'opera d'arte per la nostra vita. In assenza di questa fondamentale capacità critica, non rimangono che i luoghi e le pubbliche relazioni che possono conferire valore e far esistere veramente l'opera. Se le fiere la fanno da padrone, l'opera dell'artista compare dentro la fiera solo per l'esistenza della galleria (luogo) e del gallerista, semmai appoggiato e consigliato dal curatore (relazioni). Se facciamo riferimento alla teoria marxista dei mezzi di produzione, questi mezzi (luoghi e pubbliche relazioni) NON sono più in mano agli artisti, esattamente come i mezzi di produzione non erano in mano al proletariato che doveva vendere alla borghesia (il sistema dell'arte) la propria forza lavoro per sopravvivere.

"Pizzini", azione realizzata da Luca Rossi presso il Museo MAMbo di Bologna, 2025. "Pizzini", azione realizzata da Luca Rossi presso il Museo MAMbo di Bologna, 2025.

Gli artisti non si rendono conto che l'unico modo per vivere, e non sopravvivere in modo precario, sarebbe quello di puntare al proprio collo i bisturi taglienti della critica d'arte. Solo questa, e un senso critico diffuso, possono essere antidoto al dominio di LUOGHI e PUBBLICHE RELAZIONI, che ovviamente continuerebbero a esistere ma in una forma sana e normale senza essere preponderanti come sta accadendo da diversi anni. Attenzione perché la perdita dei mezzi di produzione da parte degli artisti, provoca "alienazione". L'artista alienato, dal prodotto del proprio lavoro, è ridotto a semplice ingranaggio del sistema produttivo. La dittatura di luoghi e pubbliche relazioni rende la qualità dell'opera NON NECESSARIA, ecco perché se giriamo per fiere, mostre e biennali, sentiamo un senso di noia e insoddisfazione nel comparare quelle opere a un presente complesso, inaspettato e pulsante come quello contemporaneo.

"Pizzini", azione realizzata da Luca Rossi presso il Museo MAMbo di Bologna, 2025. "Pizzini", azione realizzata da Luca Rossi presso il Museo MAMbo di Bologna, 2025.

Ecco perché la qualità sul contemporaneo muore e il mercato si regge sempre di più su artisti moderni o, nel migliore dei casi, su artisti che hanno formato la loro attitudine negli anni '80-'90. Ecco perché gli artisti dovrebbero attivare una "nuova guerriglia", ovviamente non violenta, per recuperare il possesso dei "mezzi di produzione" e riportare le opere d'arte al centro come deve necessariamente essere.

Immagine di copertina: "Pizzini", azione realizzata da Luca Rossi presso il Museo MAMbo di Bologna, 2025.

“Luca Rossi” è stato definito da Fabio Cavallucci la personalità artistica più interessante in Italia, il "rompiscatole del mondo dell'arte" (Nicolas Ballario) e la "nuova Vanessa Beecroft" (Giacinto Di Pietrantonio). Dal 2009 "Luca Rossi", collettivo aperto, blogger, critico, curatore, artista, figura controversa del sistema dell'arte, cerca di stimolare quotidianamente un maggiore confronto critico nell'ambito dell'arte contemporanea, come materia che potrebbe avere un ruolo fondamentale per il nostro presente. Dalle sue stesse riflessioni critiche, molto popolari nel mondo dell'arte, è discesa una progettualità artistica non convenzionale, progetti di divulgazione e di formazione con la creazione nel 2016 della "Luca Rossi Art Academy & Coaching". Alcuni "nodi critici" sviluppati negli anni da Luca Rossi (“Ikea Evoluta”, “Sindrome del Giovane Indiana Jones” e “Nonni Genitori Foundation”, ecc) sono entrati nel linguaggio dell'arte italiana e hanno modificato la prospettiva e la visione di molti operatori del settore e non solo. Nel 2014 la famosa critica d'arte Angela Vettese ha dichiarato che da quando legge i testi di Luca Rossi ha deciso di non dedicarsi più alla pratica dell'arte ma solo alla teoria.

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