Opportunità oltre confine: come si sostiene la creatività in Europa
L’arte non è mai esclusivamente una questione di creatività individuale: è anche il risultato di sistemi di supporto ben strutturati. In Paesi come la Germania, l'Austria, la Svizzera e la Francia esistono istituzioni che sostengono la cultura grazie a un mix di finanziamenti pubblici, privati e a una lunga tradizione di spazi espositivi come le kunsthaus, le kunsthalle e i kunstmuseum. Tali realtà offrono molto spesso agli artisti opportunità concrete di esposizione e crescita fungendo da veri e propri pilastri del sistema culturale nazionale.
Ma cosa sono esattamente e come funzionano?
Le kunsthaus (plu. kunsthäuser) letteralmente “casa/e dell’arte” sono spazi espositivi spesso gestiti da enti pubblici e semipubblici. Ad esempio la Kunsthaus Zürich1, il più ampio museo svizzero, riporta fieramente sul proprio sito web il motto: “Nessun principe, nessuno Stato, nessun Collezionista”. É nata, infatti, da una piccola cerchia di artisti e amanti dell’arte che, a partire dal 1787, si incontravano regolarmente per discutere di cultura e sostenersi a vicenda. Nelle kunsthaus gli artisti trovano una piattaforma per mostrare il proprio lavoro, beneficiando non solo di visibilità, ma anche di contatti con galleristi e collezionisti. Questi spazi costituiscono un punto d’incontro tra arte e pubblico proponendo un dialogo continuo tra tradizione e innovazione.
Le kunsthalle (plu. kunsthallen) “sala dell’arte” rappresentano un altro modello interessante. Oltre al percorso permanente, come nel caso della Hambuger Kunsthalle2 (Amburgo) che custodisce una delle più importanti collezioni pubbliche tedesche, le kunsthalle si concentrano anche sull'organizzazione di mostre temporanee spesso di grande rilevanza internazionale. Questo permette una flessibilità che attrae soprattutto creativi interessati a partecipare a esposizioni di carattere sperimentale o a retrospettive che pongono l’arte in nuovi contesti. A Berlino la Berlinische Galerie3 è un esempio di come si possa mixare arte locale e internazionale, ospitando progetti che spaziano dalla fotografia all'installazione, dall’architettura alla pittura.
Più che musei come solitamente vengono intesi, le kunsthalle possono essere definite dei laboratori d'innovazione artistica atti a creare un ecosistema dinamico che coinvolge anche la cittadinanza.
Infine i kunstmuseum (plu. kunstmuseen) “museo d’arte”, come il Kunstmuseum di Basilea4 o il Kunsthistorisches Museum di Vienna5, offrono ancora un’altra visione del rapporto tra arte e istituzioni. Conservano e valorizzano le collezioni d'arte storiche, ma dedicano spazi a mostre contemporanee, favorendo un dialogo tra il passato e il presente. Grazie a finanziamenti pubblici e privati tali realtà realizzano progetti espositivi ambiziosi, coinvolgendo artisti noti.
Un altro punto di forza di alcuni sistemi europei è poi il sostegno agli artisti non solo attraverso spazi espositivi, ma anche con fondi pubblici. In Germania, ad esempio, le Kulturförderung6 (sostegno culturale da parte della comunità) danno aiuti per sviluppare nuovi progetti spesso con bandi regionali e nazionali. D’altro canto il Die Beauftragte der Bundesregierung für Kultur und Medien7 (Commissario del Governo Federale alla Cultura e ai Media) promuove una serie di iniziative culturali.
In Austria agisce, invece, il Bundesministerium für Kunst, Kultur, öffentlichen Dienst und Sport (BMKÖS)8, mentre in Svizzera esistono istituzioni come Pro Helvetia- Fondazione svizzera per la cultura9, che supportano operatori artistici e culturali al fine di promuovere i loro progetti al di fuori dei confini della nazione.
Il sistema artistico mitteleuropeo, pur con i suoi pregi e modelli di successo, non è però esente da problemi e difficoltà. Un primo aspetto critico è l'eccessiva burocrazia legata all'accesso ai fondi. Nonostante la presenza di programmi di sovvenzione per artisti e istituzioni culturali, i processi di applicazione e di valutazione possono essere lunghi e complessi, penalizzando i progetti più piccoli o sperimentali che non hanno le risorse necessarie per affrontare tali iter. In secondo luogo la gestione dello stato centrale tende a favorire artisti già affermati, lasciando meno spazio alle nuove voci che provengono da contesti socio-economici svantaggiati. Inoltre gli spazi di sperimentazione a volte presentano un'eccessiva dipendenza dalle tendenze del mercato globale e un’insufficiente attenzione ai creativi locali emergenti.
Un altro problema riguarda la sostenibilità economica a lungo termine. I finanziamenti pubblici si modificano a seconda dell’andamento dell’economia statale e dei cambi di governo, così molte realtà culturali si trovano a dipendere sempre più da sponsor privati o donatori, rischiando una compromissione dell'indipendenza curatoriale e una maggiore pressione per produrre mostre "commercialmente attraenti". Infine, c'è da notare che il sistema di sovvenzioni e supporti varia notevolmente da Paese a Paese.
In Francia il sostegno per artisti e istituzioni contemporanee è relativamente ben strutturato, ma alcuni creativi segnalano che le opportunità sono fortemente centralizzate a Parigi, creando disparità con le aree periferiche. Per sopperire a tale problema nel 1982, su iniziativa del Ministero dei Beni Culturali grazie ad un partenariato Stato-Regione, sono nati i FRAC (Fondi Regionali per l'Arte Contemporanea)10: uno strumento originale ed essenziale per sostenere la creazione e lo sviluppo culturale del territorio e la sensibilizzazione del pubblico. Attualmente esistono 23 FRAC, alcuni dei quali possiedono collezioni permanenti di arte contemporanea. Nel 2018, queste collezioni comprendevano complessivamente 35.000 opere e rappresentavano 6.000 artisti, nazionali e internazionali. Dalla loro creazione i FRAC hanno organizzato 667 mostre e 3.559 attività di formazione artistica e culturale in spazi diversi, accogliendo 1,5 milioni di visitatori in tutto il territorio nazionale.
Per i creativi italiani questi modelli rappresentano delle opportunità per guardare oltre il proprio confine geografico. Mentre in Italia la promozione dell'arte contemporanea è spesso limitata, in altre parti d'Europa esistono esperienze che potrebbero essere prese ad esempio, calibrandone pregi e difetti.
L’obiettivo finale non è trovare solo luoghi di esposizione, ma veri e propri motori culturali che favoriscano l’interazione tra arte e visitatori, grazie a un sostegno pubblico e privato ben bilanciato.
Immagine di copertina: Berlinische Galerie, Außenansicht, Foto: © Noshe
Personalità radio televisiva, digital content creator, scrittrice per diverse testate e autrice del volume “Arte Queer. Corpi, segni, storie” edito da Rizzoli, Elisabetta Roncati ha deciso di unire formazione universitaria economica/manageriale e passione per la cultura con un unico obbiettivo: avvicinare le persone all’arte in maniera chiara, facilmente comprensibile e professionale. Interessata a ogni forma di espressione artistica e culturale, contemporanea e non, ha due grandi passioni: l’arte extra-europea e i diritti civili. Nel 2018 ha fondato il marchio registrato Art Nomade Milan con cui si occupa di divulgazione digitale sui principali social media (Instagram e Tik Tok @artnomademilan).